Le Mule del Carro di Sant’Oronzo premiate in Campidoglio
Meritato riconoscimento per il cortometraggio “Il rito del grano”, selezionato tra le migliori opere in concorso al “Premio Nazionale Alberoandronico”
Lo scorso 15 aprile, la Sala Protomoteca del Campidoglio ha ospitato la cerimonia conclusiva del “Premio Nazionale Alberoandronico”, giunto alla 17esima edizione e patrocinato da Roma Capitale, Città Metropolitana di Roma e Consiglio regionale del Lazio.
Tra le quasi mille opere in concorso – provenienti da Bulgaria, Albania, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Inghilterra, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Polonia, Romania, San Marino, Spagna, Svizzera, Ucraina, Russia, USA, Argentina, Canada e Oceania – una qualificata giuria ha selezionato la rosa dei 250 finalisti, in cui è meritoriamente rientrato il cortometraggio “Il rito del grano: quando la cultura contadina era poesia”. Il filmato, prodotto nel 2021 dall’Associazione “Mule del Carro di Sant’Oronzo”, rievoca le fasi delle antiche tecniche di produzione, raccolta e lavorazione del grano, offrendo un prezioso spaccato della cultura contadina turese.
Le menzioni sono state conferite all’Associazione, oggi guidata da Vito Donato Giuliani; a Stefano de Carolis, ricercatore storico e curatore del soggetto; al maestro Antonio Moretti, Sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri di Roma, compositore delle musiche, e a Pietro Caforio, direttore della fotografia.
«Un giusto riconoscimento alla nostra attività» – ha commentato il presidente Vito Donato Giuliani sulla pagina fb dell’associazione, esprimendo «un sentito ringraziamento a tutti i Soci che si sono prodigati per ottenerlo ed a tutti quelli che continuano a prodigarsi per portare avanti le attività associative».
Alla cerimonia di premiazione, in rappresentanza dell’Associazione “Mule del Carro di Sant’Oronzo”, erano presenti il vicepresidente Giacomo Lozupone e il socio più anziano, Vincenzo Carenza (classe 1935), storico trainiere di Turi; entrambi hanno rimarcato l’obiettivo della magistrale iniziativa: «preservare gli usi e i costumi della tradizione contadina turese, trasmettendoli alle nuove generazioni, chiamate a loro volta ad essere custodi di ciò che è stato seminato con sacrificio da chi li ha preceduti».
Complimenti per l’interessante articolo. Ermes ( redazione di Carrozze&Cavalli)