L’ultimo saluto al Senatore Antonio Coppi
Lutto cittadino per l’imprenditore che ha reso grande la tradizione vinicola turese
La comunità turese piange la scomparsa di Antonio Michele Coppi, venuto a mancare oggi, all’età di 75 anni.
Da tutti era chiamato “il Senatore”, a rimarcare lo storico risultato conseguito nelle elezioni nazionali del 1992, che lo consacrarono come il primo turese a sedere tra i banchi di Palazzo Madama. Tuttavia, l’esperienza politica è stata una parentesi di una storia dedicata a due grandi amori: la famiglia e l’azienda vinicola, fondata con sacrificio e sfidando lo scetticismo di molti.
Con caparbietà e passione ha lavorato per divulgare la “cultura del vino turese”, contribuendo a rendere il nostro nettare un’eccellenza apprezzata nel panorama vinicolo internazionale.
Proprio nell’ottica dell’impegno per la promozione della sua terra, pochi giorni fa, ha ospitato con vivo entusiasmo la presentazione del volume “Primativo di Turi” di Stefano de Carolis. Una “festa”, prima ancora che un convegno, in cui il Senatore ha potuto incontrare Antonio Mario Zaccheo, figlio del suo “maestro” Antonio Zaccheo, condividendo ricordi e affetti.
Una “festa” che, oggi, assume il tono del commiato dalla sua comunità e che – ricordando le parole proferite in apertura della serata – si presta ad essere letta come un “testamento morale”, con il passaggio del testimone ai «tre bravi figli, che collaborano e hanno migliorato molto la cultura del vino nelle Cantine Coppi» e con l’auspicio che le nuove leve riescano «a creare quel consorzio tra i produttori turesi, che ho sempre cercato di costruire».
“Addio al Senatore Coppi. Ha portato Turi nel mondo”
Il messaggio del sindaco De Tomaso
«A Turi era, per tutti, il Senatore. Lo era diventato nel lontano 1992, sorprendendo alleati e avversari, amici e contrari.
Andava fiero, Tonino Coppi, del fatto che era stato il primo turese ad approdare a Palazzo Madama. Ma la famiglia politica non occupava il primo posto nella sua scala di priorità. Al primo posto, ex-aequo, figuravano la famiglia-famiglia e la famiglia di nome azienda. Per Tonino queste due famiglie erano un tutt’uno. Come si addice ad un imprenditore artefice del proprio successo.
Dotato di intelligenza rapida e istintiva, Tonino non impiegava più di tre secondi per capire chi fosse l’interlocutore capitatogli di fronte. Andava subito al sodo, senza fronzoli e senza cerimonie. Pane al pane. E, è il caso di dire, vino al vino.
I suoi vini da tempo erano noti al di là delle frontiere italiane. Al Vinitaly di Verona mieteva un apprezzamento dopo l’altro. Ma il Senatore era una persona con i piedi sempre per terra. Era soprattutto un grande innamorato di Turi, paese che avrebbe voluto in continua crescita, così come aveva saputo fare l’azienda vinicola Coppi.
Solo pochi giorni fa aveva ospitato nelle sue cantine la presentazione del libro di Stefano De Carolis sul Primativo turese. Era felice, felicissimo il Senatore. Tanti ospiti illustri, fra cui il figlio di Antonio Zaccheo, l’industriale vinicolo Pigmalione di Tonino.
Poi, la notizia choc. Tonino non c’è più.
Ci mancheranno la sua ironia e la sua schiettezza. Ci mancheranno le sue battute, mai banali e scontate. Un abbraccio forte, carissimo Senatore. Un abbraccio forte a Te e a tutta la tua grande famiglia».
Il ricordo di Stefano de Carolis
«Tonino Coppi, anzi il Senatore Coppi, lo conosco da sempre. I ricordi di fanciullo sono ancora nitidi, quando con mio padre durante la vendemmia conferivamo le uve nella sua cantina di via Putignano.
Una grande stima e amicizia che non si è mai interrotta.
Qualche mese fa quando gli parlai del mio progetto editoriale sulla storia del vino Primitivo di Turi, e della storia della sua antica Cantina, da persona lungimirante e positiva qual era, ne fu molto felice ed entusiasta, anche per quel vecchio legame d’amicizia che ci univa.
Qualche sera fa nella sua azienda con suo figlio Doni e la sua bella famiglia alla presenza di tanti amici e di Antonio Zaccheo, suo fraterno mentore, abbiamo celebrato e festeggiato il vino nei migliori dei modi.
Grazie Tonino! Che Dio l’abbia in gloria».

