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L’opposizione boccia il primo anno dell’Amministrazione De Tomaso

Provvedimenti “pasticciati”, aumenti Tari e tante promesse infrante: “Un anno di inerzia e disastri”

Lo scorso 3 luglio, in piazza Aldo Moro, lo scorso 3 luglio, i consiglieri di minoranza, con la sola assenza di Fabio Topputi, sono tornati tra la gente per tracciare un bilancio del primo anno dell’Amministrazione guidata da Giuseppe De Tomaso.
Presenti tra il pubblico i consiglieri regionali Fabio Romito (Lega) e Tommaso Scatigna (Fdi).

Ad aprire il comizio è il capogruppo di minoranza Tina Resta, che esordisce ringraziando i cittadini presenti, al di là delle preferenze espresse nell’ultima tornata elettorale, per aver accolto l’invito a «capire dove ci troviamo dopo un anno di questa Amministrazione».

Metabolizzata l’amarezza per la sconfitta elettorale – premette l’ex sindaco – è maturata la ferma volontà di essere una minoranza propositiva: «Abbiamo cercato di dare una mano, ma loro la mano non la vogliono, perché le caratteristiche di questa Amministrazione sono due: arroganza e presunzione. Queste due caratteristiche annebbiano la vista, non ti fanno vedere le cose come sono».

«Sono chiusi in una bolla; fuori dalla bolla c’è Turi, c’è il paese con i suoi problemi», ad iniziare dall’aumento delle tasse, definito «una coltellata per le famiglie e per le attività commerciali che stentano ad andare avanti».

Pubblica Illuminazione e Borgo Regina ancora al buio

Rivendicando le scelte della propria sindacatura, l’ex prima cittadina è tornata a difendere il project financing per la pubblica illuminazione, avviato per la necessità di sostituire i pali ammalorati, due dei quali erano già caduti, e rinnovare l’impianto che rappresentava “una bomba ad orologeria” per la pubblica sicurezza. Alla fine di un tortuoso percorso – costellato di denunce alla Procura, all’Anac e alla Corte dei Conti – si è riusciti a portare l’opera a compimento, installando «le luci a led in tutto il paese, che non ci sono nemmeno a Polignano a Mare».

Quanto alle polemiche sul contratto ventennale, Resta replica con una efficace paragone: «Quando andate a comprarvi una casa e fate un mutuo, lo sapete che dovrete pagare per molti anni. Allora, cosa decidete di fare? Di non comprare la casa o di fare dei sacrifici importanti e realizzare i vostri sogni? Perché questo è quello che noi volevamo fare, realizzare i nostri sogni per tutti».

Per contro, l’Amministrazione De Tomaso «non riesce a mettere quattro pali a Borgo Regina», dove «sessanta famiglie sono al buio». Le ragioni? Difficoltà burocratiche e la mancanza di soldi. «Eppure – rimarca – 35.000 euro per i lavoratori stagionali sono usciti».

12 mesi per un “bagno intelligente”

Continuando a marcare distanza tra l’esordio delle due Amministrazioni, il capogruppo di minoranza ricorda che nel primo anno della Giunta Resta sono state sostituite le luci a led della “villa piccola” e si è asfaltata via Sammichele con fondi di Bilancio.
Il primo anno della Giunta De Tomaso, invece, passerà alle cronache solo per «il cosiddetto bagno intelligente a Piazza Venusio», che va comunque igienizzato periodicamente per evitare situazioni di degrado e di cui non è chiara la destinazione dei 50 centesimi necessari per accedere al servizio.

“Un’Amministrazione litigiosa”

«È un’Amministrazione molto litigiosa» – sottolinea Tina Resta, portando come esempio l’uscita della “Conturband” dai locali del Centro Culturale Polivalente, senza che ci fosse «la possibilità di relazionarsi».
Ed a proposito di cultura, la consigliera contesta i “contributi a pioggia”: «Si stanno dando soldi a tutti. 32.500 euro per l’estate turese, ma 8 mila euro in meno per la Festa Patronale di Sant’Oronzo».

Palazzo Marchesale: “L’ecomostro? Prima andava bene!”

Non è mancato il riferimento alla “storia infinita di Palazzo Marchesale”, appellato “ecomostro”. L’ex sindaca richiama alla mente dei presenti lo stato di degrado in cui versava la vecchia villetta, gli incidenti stradali e la scarsa sicurezza dei pendolari che utilizzavano i pullman. «Si poteva fare meglio? Certo, ma quando abbiamo presentato quel progetto, chi oggi è in maggioranza è stato chiamato ad offrire idee e suggerimenti e si è limitato a dire che andava tutto bene. Ora che sono stati eletti non va più bene!».

L’appello finale: “Sindaco, pensi a Turi”

Dalla rapida carrellata dei “disastri” di un’Amministrazione “incapace” si giunge all’appello conclusivo, rivolto in primis al sindaco Giuseppe De Tomaso: «Cominci a pensare a Turi, nell’intervallo tra la lettura di un quotidiano e l’ultimo libro dei giornalisti più famosi d’Italia. Non fa mai male leggere, però pensi pure a questo paese, perché a questo paese voi dovete dare quello che merita».

L’intervento della consigliera Imma Bianco, ex assessore alle Politiche Sociali, si concentra sulla situazione del welfare turese, ponendo l’accento sullo «smantellamento dei progetti faticosamente avviati negli anni precedenti», costruiti «partendo dall’ascolto delle esigenze dei cittadini più fragili e dalla volontà di programmare azioni che potessero dare una migliore prospettiva di vita».

Manca un assessore ai Servizi Sociali

In primis, Bianco biasima la scelta della Giunta De Tomaso di non nominare un assessore ai Servizi Sociali, dividendo le responsabilità tra il sindaco, che partecipa alle riunioni dell’Ambito, e i consiglieri comunali, che hanno le varie deleghe a welfare, disabilità, minori e famiglie. Il risultato è che «la gente non ha una figura di riferimento con cui confrontarsi, non sa a chi rivolgersi».

Progetti Sociali cancellati

A seguire, la consigliera si sofferma su alcuni progetti sociali cancellati o fortemente ridimensionati, poiché una parte dei fondi dedicati al welfare è stata utilizzata per coprire i costi dell’accoglienza dei lavoratori stagionali: «L’assessore Lilli Susca ha ben pensato che non bastavano i 45.000 euro del contributo della Regione, ma c’era bisogno di mettere altri soldi, 35.000 euro, in parte presi dai Servizi Sociali». Si è quindi arrivati a stanziare 80.000 euro per «un progetto di cui ha beneficiato un massimo di 33 persone».

“Il disastro dell’accoglienza dei lavoratori stagionali”

La denuncia sulle criticità del “progetto accoglienza” non si limita all’aspetto economico. Secondo la ricostruzione fornita da Imma Bianco, l’assessore Susca avrebbe concordato lo spostamento delle risorse di Bilancio solo con i caposettori, non informando i colleghi di maggioranza, tant’è che «i consiglieri l’hanno scoperto da me nell’ultimo Consiglio comunale».

Altra incongruenza è la durata della locazione dello stabile in via Domenico Resta: «Il contratto è stato sottoscritto fino al 19 luglio, ben oltre il periodo della raccolta delle ciliegie». Inoltre, non convince il criterio adottato per l’assegnazione dei posti: l’intento era privilegiare i piccoli produttori, identificati con quanti «davano impiego ad un massimo di 5 lavoratori stagionali. Quindi – domanda retoricamente la consigliera – se sono una grande azienda agricola e impiego a 20 lavoratori italiani e 5 lavoratori stranieri, divento un piccolo imprenditore?».

«Per non parlare dei 2 euro chiesti a lavoratori e imprenditori, senza che ci fosse un regolamento. Per il sindaco – incalza – le procedure non sono importanti e i regolamenti servono solo in Consiglio comunale per zittire la consigliera Bianco».

«Morale della favola: a furia di voltare pagine vuote, si arriva alla copertina del libro e non ci resta che vedere il prezzo da pagare» – chiosa Bianco.

“Dodici mesi di immobilismo totale in ogni settore amministrativo”. Questo è il referto che il consigliere Stefano Dell’Aera, ex vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici, consegna ai tanti cittadini presenti in piazza Moro giovedì 3 luglio.
Un bilancio che suona come un campanello d’allarme per il futuro di Turi, ipotecato da “impegni non mantenuti e occasioni perse”.

Piano Casa e marchio Faldacchea: tutto tace

A luglio 2024 l’Amministrazione presentava con entusiasmo il nuovo “Piano Casa”, annunciando l’imminente approvazione di un pacchetto di misure utili per i cittadini.
«Il provvedimento è stato portato in Consiglio comunale ed è stato ritirato, perché scarno e privo di qualsiasi tipo di approfondimento tecnico». Da allora, tutto tace.

Stessa sorte per il marchio collettivo “Faldacchea di Turi”. Inizialmente sostenuto, è stato poi accantonato con la decisione – mai formalizzata – di cederne la titolarità all’associazione delle maestre dolciarie. «A distanza di un anno, non esiste alcun atto ufficiale che certifichi quella scelta».

Xylella, un’emergenza ignorata

Particolarmente gravi le accuse sulla mancata gestione dell’emergenza Xylella. Come noto, la legge impone obblighi precisi ai Comuni per arginare la diffusione del batterio. Turi, invece, non ha stanziato nessun fondo per affrontare il problema.
Secondo quanto riferito dal consigliere Dell’Aera, l’assessore Susca avrebbe giustificato la mancanza, sostenendo che «i dipendenti si sono dimenticati di dirci che bisognava mettere le risorse».

«Invece di dare il buon esempio – rincara la dose – l’Amministrazione guarda dall’altra parte e fa finta che il problema non esiste, mentre nell’ultimo monitoraggio è risultato che sul territorio di Turi c’è il vettore della Xylella e ci possono essere serie conseguenze».
«Tra l’altro – osserva – il Comune vanta un avanzo libero di amministrazione di 3 milioni e 600 mila euro».

Lavori pubblici: pochi risultati e fondi persi

Non va meglio sul fronte dei lavori pubblici. «Ad eccezione del bagno pubblico in Piazza Venusio, nulla è stato fatto». Recentemente «hanno avviato i lavori di rifacimento delle strade rurali, già finanziati dalla nostra Giunta che è riuscita ad intercettare un finanziamento di un milione di euro, e stanno sistemando il marciapiede di via Casamassima, dopo quasi un anno e mezzo dell’affidamento».
Cantieri fermi ma anche occasioni sprecate: «Hanno perso 2,5 milioni di euro destinati a interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico» – denuncia Dell’Aera.

Atti “pasticciati” e ritirati all’ultimo minuto

Nel mirino dell’analisi di Stefano Dell’Aera finisce anche la qualità degli atti portati in Consiglio e in Commissione: «provvedimenti “pasticciati”, modificati all’ultimo minuto o ritirati perché non c’è stato il necessario approfondimento».

A testimonianza di questa cattiva prassi, il consigliere cita «la ratifica di una variazione di bilancio, votata nell’ultimo Consiglio comunale, perché l’amministrazione De Tommaso intendeva partecipare a un bando pubblico per l’efficientamento». «La delibera di Giunta era del 23 maggio, ma tre giorni prima il Ministero aveva dichiarato a lettere cubitali che le risorse per quel finanziamento erano esaurite».

«Stiamo perdendo tempo» – ribadisce Dell’Aera, mettendo in luce che «si ingolfano gli Uffici, già scarni e in difficoltà, con procedure che non porteranno a niente».
«E queste criticità le ha espresse anche il consigliere Sergio Spinelli. Nella sua lettera di dimissioni, ha affermato due aspetti essenziali: non c’è approfondimento e le procedure, molto spesso, non si seguono».

Decoro urbano, chi controlla?

Ulteriore nodo critico è il decoro urbano: «Durante la Commissione, prima dell’ultimo Consiglio comunale, abbiamo scoperto che all’indomani del loro insediamento hanno tolto il DEC, il direttore responsabile del controllo del servizio di nettezza urbana». «Chi verifica se il servizio viene realmente svolto come previsto dal Capitolato? Il risultato è che le strade di Turi sono completamente sporche».

Cultura: “Solo belle parole

Ritornando sul “capitolo cultura”, Dell’Aera riepiloga i due principali impegni assunti dal vicesindaco, la dott.ssa Teresa De Carolis: «coordinarsi con tutte le associazioni per stilare un calendario di eventi da marzo a settembre e puntare sugli avvisi pubblici extra-comunali, per ridurre il peso dei contributi erogati dall’Ente».

Tuttavia, ad oggi, «nessun bando è stato sfruttato e gli avvisi comunali, per l’affidamento degli eventi cittadini, sono stati cancellati con un colpo di spugna».
«Noi davamo le “mancette”. Loro fanno esattamente la stessa cosa. Dopo 12 mesi, predicano bene e razzolano sistematicamente male».

“Bilancio approvato grazie alla minoranza”

In ultimo, Stefano Dell’Aera segnala il ruolo determinante della minoranza nell’approvazione del primo Bilancio dell’Amministrazione De Tomaso: nonostante le carte fossero arrivate in ritardo e piene di errori, i consiglieri di minoranza, con senso di responsabilità, hanno contribuito a correggerle in Commissione, permettendo l’approvazione nei tempi previsti dalla legge. «Non lo abbiamo votato – chiarisce – ma abbiamo permesso che il Comune potesse funzionare».

«Questo atteggiamento di responsabile collaborazione lo ripetiamo in ogni Commissione e in ogni Consiglio comunale, ma ci ritroviamo sistematicamente la porta chiusa in faccia: “Voi siete la minoranza e non capita niente, noi andiamo avanti per la nostra strada”».

Ultimo a prendere la parola è il consigliere Mimmo Leogrande, che parte sgombrando il campo dalle polemiche che hanno accompagnato la notizia del comizio: «Noi stiamo informando la popolazione con i fatti, non stiamo inventando niente. Si sono agitati per i termini che abbiamo utilizzato: immobilismo, incapacità, disastri, aumento delle tasse… ma è questa la verità».

«Se fossimo stati più cinici – rileva – saremmo venuti in piazza dopo cento giorni a smentire i tanti impegni presi dal sindaco per i primi tre mesi». «Non lo abbiamo fatto, perché noi che abbiamo amministrato sappiamo che in cento giorni non si può fare granché. Dopo un anno, però, non si può stare in silenzio».

TARI, aumenti confermati fino al 2026

Tema centrale delle riflessioni di Leogrande è la questione TARI (tassa rifiuti).
Dopo il “pasticcio” dello scorso anno – con errori nella ripartizione dei costi del servizio – durante il Consiglio comunale del 30 giugno l’assessore De Grisantis ha confermato che le tariffe aumenteranno anche nel 2025 e nel 2026 per via dell’incremento di 300mila euro del canone corrisposto all’azienda che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Un aumento che, tuttavia, non prevedrebbe servizi aggiuntivi ma sarebbe principalmente legato all’adeguamento del costo del personale (190mila euro in più).

«Credo che i cittadini turesi siano intelligenti e accetterebbero il sacrificio per avere un paese pulito. Il nuovo contratto è stato firmato due mesi fa: guardatevi intorno e rendetevi conto se Turi è davvero più pulita» – riflette il consigliere.

Regolamenti, trasparenza e partecipazione mancata

Mimmo Leogrande punta poi il dito contro la gestione “superficiale” degli atti amministrativi, spesso improvvisati e incompleti. È il caso del regolamento per le dirette del Consiglio comunale, presentato il 24 luglio 2024, ritirato “per approfondimenti” e mai più tornato in aula.
«Turi – stigmatizza – è l’unico comune che non trasmette le sedute consiliari nelle case dei cittadini. Dov’è la partecipazione dei cittadini? Dov’è il Comune come “casa di vetro” enunciato nel decalogo della lista “Turi volta pagina”?».

“Promesse infrante”: dal Borgo Antico alla Cultura

Il consigliere prosegue la sua riflessione passando in rassegna la lunga serie di impegni rimasti solo annunci: il rilancio del Borgo Antico, che doveva diventare un “gioiello”; il trasferimento della sede dell’ASL presso l’ex cinema Zaccheo, «presentato in pompa magna con tanto di visita del presidente della Regione»; la risoluzione dei problemi dei passaggi a livello, con la realizzazione dei sottopassaggi.

In stallo anche la zona PIP (insediamenti produttivi), «cavallo di battaglia della lista “Turi volta pagina”. Hanno approvato in Giunta un progetto presentato da un privato.

Noi abbiamo chiesto chiarimenti con un’interrogazione, perché ci è sembrato che qualcosa non andasse per il verso giusto, e si è bloccato tutto».

«Siamo andati alla BIT di Milano a dire che Turi diventerà Capitale della Cultura nel segno di Gramsci. Bellissima idea. Siamo favorevoli. Ma per fare questo ci vogliono degli atti, un percorso. Dov’è questo progetto?» – si chiede Leogrande.

Non basta “un piedistallo e un microfono”

«Parliamo di decoro urbano? Guardiamoci intorno: periferie abbandonate, spazi verdi in degrado… è un disastro!» – tuona il consigliere, lanciando poi un attacco frontale al sindaco De Tomaso, cui si rimprovera di non conoscere i problemi di Turi e di evitare il confronto con i cittadini: «Il sindaco è presente soltanto in tutte le manifestazioni in cui c’è un piedistallo e un microfono. Ma non funziona più così, basta! Sappiamo che sei una persona colta, che conosci tante cose. Lo sappiamo e abbiamo anche apprezzato la tua eloquenza. Ma basta, pensiamo a risolvere i problemi di Turi!».

“Se continuiamo così, siamo messi malissimo”

«La cosa brutta è che se passano così cinque anni siamo messi malissimo» – profetizza Leogrande, invitando «gli amici della maggioranza a intendere questo comizio anche dal punto di vista propositivo. Se queste poche cose, ce ne sono tante altre, che abbiamo detto non sono vere, venite qui tra la gente e confutatele. Se invece abbiamo ragione noi, anche questo è un fatto positivo: se ci fosse un po’ di orgoglio, da domani vi impegnereste per cambiare rotta».

“In 80 anni non è stato fatto niente? È un insulto!”

Per sugellare il suo intervento, Mimmo Leogrande ricorre ad un aneddoto emblematico: «Durante un Consiglio comunale, il sindaco De Tomaso ha affermato con un po’ di rabbia che in 80 anni a Turi non è stato fatto niente. Ma come ti permetti di dire una cosa del genere?».
«La cosa grave, ecco perché dico che non c’è l’orgoglio, è che con lui ci sono diverse persone che sono stati protagonisti in questi 80 anni. E non dicono niente, perché hanno tutti soggezione del sindaco».

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