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Il forum dell’agricoltura sbarca in Calabria

Seconda tappa del progetto, sostenuto da “Mediterrae”, per rilanciare il comparto agroalimentare puntando sui giovani

Dopo l’appuntamento pugliese, lo scorso 3 dicembre il forum regionale “Lavoro agricolo: quale futuro per le nostre generazioni?” ha fatto tappa in Calabria, presso l’auditorium dell’hotel Roscianum di Corigliano-Rossano.

Il simposio, che si è fregiato del patrocino del Distretto Rotary 2102 e del Consiglio Regionale della Calabria, è stato organizzato dal Rotary club “Rossano Bisantium”, in collaborazione con il Rotary club Viterbo, i club service da Crotone a Rocca Imperiale, il Consorzio Mediterrae e Federitay.

L’evento, che ha registrato una straordinaria adesione tanto in presenza quanto da remoto, rientra nell’ambizioso progetto di realizzare una sorta di ‘Stati Generali’ del comparto agricolo: un’occasione in cui mettere a confronto istituzioni ed esperti per ripensare il futuro del settore primario, raccogliendo le migliori esperienze e le tesi di sviluppo economico sostenibile più innovative.

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Terreni silenti

Tra il nutrito parterre di qualificati relatori, presente anche il cav. Natalino Ventrella, componente del costituendo “International Institute of Strategic Research”, che ha fatto chiarezza sulla legislazione inerente l’affidamento ai giovani dei terreni incolti o abbandonati. In primis, Ventrella ha messo in luce la preoccupante crescita della superficie agricola “silente”, ovvero non coltivata: «Negli ultimi 50 anni – rileva – la superficie agricola utilizzabile in Italia si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari a causa dell’abbandono e della cementificazione. In Puglia, la situazione non è migliore: sulla base dei dati elaborati dalla Cassa Depositi e Prestiti, nel solo 2021 sono ‘scomparsi’ ben 500 ettari di suoli coltivati».

I progetti

Per invertire l’allarmante trend della fuga dalla campagna, Ventrella ha esposto alcune idee progettuali che consentirebbero di ritornare a valorizzare il patrimonio agricolo italiano e, parimenti, offrirebbero uno sbocco lavorativo ai giovani. «Tra le varie prospettive – spiega – possiamo annoverare la fattoria didattica e l’orto in affitto, funzionale alla sempre maggiore diffusione della cultura del mangiare sano e del biologico. In secondo luogo, occorre puntare sulla coltivazione di prodotti a larga richiesta nel settore gastronomico o, viceversa, specializzarsi nella coltivazione di erbe officinali, molto ricercate in erboristeria. Altri settori strategici sono l’apicoltura (miele, pappa reale e cera sono sempre molto richiesti) e l’allevamento di lumache, impiegate nella gastronomia ma anche nell’industria cosmetica».

Gli aiuti

Un approfondimento è stato poi dedicato agli aiuti che lo Stato italiano offre ai giovani che desiderano avviare un’impresa nel settore agricolo: «Seppur la legislazione è ancora farraginosa e meritevole di approfondimenti e modifiche sostanziali – premette Ventrella – ci sono notevoli misure agevolative riservate a chi decida di scommettere sull’agricoltura. La prima è il Bando Inail che, per importi compresi tra un minimo di 1.000 euro ed un massimo di 60.000 euro, mette a disposizione un contributo a fondo perduto pari al 50% dell’investimento per i giovani agricoltori e del 40% per tutte le altre imprese agricole.

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«Non meno rilevanti – prosegue Ventrella – gli incentivi per l’acquisto di macchinari e attrezzature, come il Credito del Mezzogiorno e la cosiddetta “nuova Sabatini”. Quest’ultima misura, rifinanziata dalla Legge di Bilancio 2022 per il periodo 2022-2027 con uno stanziamento di 900 milioni di euro, mira a sostenere le piccole e medie imprese che richiedono finanziamenti bancari per l’acquisto o il leasing di beni strumentali, impianti e tecnologie digitali, prevedendo la parziale copertura degli interessi pagati sul finanziamento, che equivale ad un risparmio sul valore dell’investimento che oscilla dal 7,7% al 15,4%».

Appuntamento in Sardegna

«La riqualificazione delle produzioni agricole e agroalimentari – conclude Ventrella – è un obiettivo fondamentale non solo per garantire un avvenire alle future generazioni, ma anche per salvaguardare la ricchezza della biodiversità del nostro Paese, tutelare il suolo e l’ambente e garantire la sovranità alimentare nazionale. Con questo spirito, il forum proseguirà il suo cammino: dopo la tappa calabra, ci sposteremo in Sardegna e, a giugno 2023, tireremo le somme organizzando un meeting nazionale».

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