Debiti fuori Bilancio, i capisettore ne risponderanno direttamente
La parte centrale del Consiglio del 30 dicembre ha affrontato il riconoscimento di 5 debiti fuori Bilancio.
Circa 4.000 euro sono stati stanziati per saldare il credito vantato da Poste Italiane per le operazioni di postalizzazione e notifica degli atti giudiziari risalenti al periodo 2017-2019; poco meno di 11.800 euro sono stati impegnati per saldare le quote dovute nel 2020 al Consorzio Aro Bari 5 e all’Ato (servizio idrico integrato); 3.200 euro sono andati a coprire l’adeguamento Istat del canone del servizio di apposizione della segnaletica stradale, affissione, facchinaggio e spostamento transenne, erogato dalla ditta “Catucci srl” nel triennio 2017-2020.
A far discutere, tuttavia, è stato l’ultimo debito fuori Bilancio, relativo all’erogazione del servizio di smaltimento della frazione organica, svolto dalla ditta “Progeva srl” nel dicembre 2019. Poiché l’Ufficio non ha provveduto a pagare la fattura della prestazione, l’impresa ha adito le vie legali, ottenendo un decreto ingiuntivo con conseguente pignoramento delle somme spettanti. Alla fine, una fattura di 968 euro si è triplicata, raggiungendo – tra more, interessi e spese legali – l’importo complessivo di circa 3.300 euro.
La nota del sindaco
«Non è più ammissibile – asserisce perentoria il sindaco Tina Resta – non sanzionare economicamente il caposettore per quei debiti in cui l’Ente, oltre alla parte capitale (il debito originario), deve sostenere anche le spese accessorie (more o interessi) che, per legge, non possono essere deliberate dal Consiglio comunale (competente solo sulla parte capitale)».
«Per questo – informa – il 15 dicembre ho inviato una nota a tutti i responsabili di settore, preannunciando che scriverò personalmente alla Corte dei Conti, affinché siano accertate le eventuali responsabilità personali ed economiche che hanno portato a maturare il debito fuori Bilancio».