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«Hanno prevalso logiche spartitorie di un presunto ‘potere’»

La dott.ssa Annalisa Rossi chiarisce il suo ruolo nelle dinamiche elettorali turesi, precisando le motivazioni della scelta di fare un “passo indietro”

Alcuni articoli di stampa, annunciando la presentazione della candidatura a sindaco di Turi da parte di Giuseppe De Tomaso, hanno indicato la figura della dott.ssa Annalisa Rossi come “scelta iniziale” della compagine che oggi sostiene l’ex direttore della Gazzetta del Mezzogiorno. Una scelta che sarebbe tramontata in virtù di non meglio precisati “dubbi”, nati dalla considerazione che non fosse residente nella nostra comunità.

Sulla vicenda, riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta della dott.ssa Rossi, in cui si chiariscono tempi e finalità del suo personale coinvolgimento nelle fasi iniziali di costruzione di un percorso di crescita del paese.

La proposta

«A gennaio sono stata contattata da alcuni consiglieri attualmente all’opposizione e da un nutrito gruppo di persone, con l’invito a farmi carico della comunità e a rendermi disponibile a un percorso finalizzato all’attuazione di un progetto di sviluppo della città.

Risiedo a Turi, il mio percorso formativo e professionale mi ha spesso tenuta in giro in Italia, in Europa e nel mondo e questo non mi ha mai impedito di impegnarmi per la comunità, (partecipazione e presidenza di diverse associazioni culturali e di promozione del territorio, fra le quali, per citarne solo una, la Pro Loco, ecc.).

Anche da ultimo, con l’attuale incarico di dirigente del Ministero della Cultura (al momento sono Soprintendente ai beni archivistici e librari in Lombardia e direttore dell’Archivio di Stato di Milano, dopo aver diretto, in contemporanea a quella lombarda, anche le Soprintendenze del Piemonte e della Valle d’Aosta, del Veneto e del Trentino-Alto Adige, della Puglia e della Basilicata), in essere dal 2017, sono a Turi regolarmente almeno una volta al mese».

L’impegno a costruire un progetto civile e politico

«Quando sono stata contattata, la richiesta mi è stata rivolta proprio in virtù del mio profilo, delle competenze e del capitale sociale che avrei potuto rendere disponibile alla mia comunità di appartenenza, giammai rinnegata. Ne è prova ulteriore anche la registrazione dell’incontro, tenutosi presso la sede di “Turi Davvero” lo scorso 4 gennaio, in cui sono stata chiamata a rendere la mia testimonianza culturale e professionale proprio a proposito dei potenziali percorsi di sviluppo della e per la città.

Dalla prima richiesta e dalla mia conseguente dichiarazione di disponibilità a verificare la possibilità di un percorso, mi sono impegnata alla costruzione di un progetto civile e politico, privo di colori e di ‘cappelli’, finalizzato al solo obiettivo di individuare linee di sviluppo sostenibili e concrete».

Il passo indietro di fronte ad una “sedicente proposta civica”

«A un mese da questo primo approccio, tuttavia, sono emerse progressivamente istanze personalistiche, legate a visioni del contesto datate, molto poco strategiche e legate piuttosto a logiche cencelliane e spartitorie di un presunto ‘potere’, nelle quali non mi sono riconosciuta. Tutto ciò, unito alla contestuale movimentazione di logiche partitiche a vantaggio di una sedicente proposta civica, mi ha convinta della non opportunità di proseguire il percorso avviato, che evidentemente era un progetto politico e culturale nelle mie sole corde.

Di qui si sono aperti gli scenari attuali, che non conosco e nei quali non mi riconosco e che tantomeno appoggio, essendo essi altro da me».

Una questione di residenza?

«Alla luce di quanto rappresentato, non comprendo, pertanto, per quale ragione la notizia della presentazione pubblica della candidatura di De Tomaso debba essere data con il riferimento alla mia persona, vieppiù sessisticamente citandomi come ‘la cinquantenne Annalisa Rossi’, prima, e con l’insinuazione, dopo, ‘di più di qualche dubbio’ insorto (in chi? Per conto di chi?) per ‘il fatto che la Rossi (sic) non abiti a Turi’.

Occorre forse rammentare che, in piena pandemia, nella primavera del 2020, quando soffiavano forti i venti di bufera sulla testata, allora diretta dall’attuale candidato De Tomaso, la stessa poté godere degli effetti benefici della notifica di interesse culturale del proprio archivio storico, dei marchi e dei mezzi di produzione a firma della sottoscritta (anche allora ‘non abitante a Turi’ – per stare agli indicatori di valutazione invocati), al tempo soprintendente, oltre che in Lombardia, anche in Puglia e in Basilicata. Il giornale poté tornare in edicola senza perdere la propria riconoscibilità e il proprio profilo identitario, di fatto compromesso da chi, sempre da Turi, se ne occupava. Confido in una sorte diversa per la città».

L’invito alla correttezza

«Alla luce di tutto questo, dichiaro la mia assoluta estraneità rispetto ai percorsi, al progetto, agli obiettivi della candidatura che si presenta oggi, non avendo io nulla a che vedere con essa.

Invito, pertanto, a non utilizzare il mio nome e qualsivoglia riferimento alla mia persona con riferimento all’attuale campagna elettorale per le elezioni comunali di Turi.

In bocca al lupo ai candidati e buona fortuna alla mia comunità».

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