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Il tesoro nascosto sotto l’antico Castello di Turi

Stefano de Carolis, incrociando più testimonianze, ha ricostruito e segnalato a tecnici ed autorità competenti la presenza di camminamenti sotterranei

In molte città i camminamenti sotterranei si legano ad affascinanti leggende, a Turi potrebbero essere una realtà archeologica più che concreta. L’ipotesi è stata formulata da Stefano de Carolis che ha raccolto varie testimonianze orali e oculari sull’esistenza di almeno due “cunicoli” sotterranei, che mettevano in comunicazione l’antico Castello con la parte esterna del contado che si estendeva al di là delle mura urbiche.

L’incontro fortuito

«Qualche giorno fa, quasi per caso, passando per il largo antistante Palazzo Marchesale sono venuto a conoscenza dei prossimi lavori pubblici di riqualificazione che interesseranno l’intera area. Nella circostanza – spiega de Carolis – ho comunicato ai due tecnici presenti che anni addietro in quel luogo insisteva un antico muro a secco, che delimitava l’area prospicente il Palazzo e i terreni circostanti, con un dislivello di circa cinque metri. In particolare, agli stessi ho segnalato la presenza di un antico camminamento sotterraneo collegato con l’antico Castello normanno».

Il primo camminamento sotterraneo

«Questo camminamento sotterraneo – prosegue de Carolis – fu esplorato negli anni ’90 da Luigi Tamborrino, proprietario del Palazzo Marchesale. Il tunnel, della lunghezza di circa 30 metri e dell’altezza di circa 1,80 metri, presentava a metà percorso uno slargo simile ad un piccolo ambiente e sbucava nei pressi dell’attuale villetta, dove un tempo c’erano i terreni del Marchese Venusio, che affacciavano su uno strapiombo che registrava un dislivello di circa 4-5 metri. Non a caso, in dialetto, quel luogo, oggi come allora, viene indicato come “abbàsce e’ frascenère”. Non è da escludere che questo “tunnel” attraversasse anche un tratto delle mura urbiche».

«Un altro anziano amico – aggiunge – mi ha raccontato che, sino alla fine degli anni ’60, una parte dei terreni del Marchese Venusio, per la precisione “5 quartieri” (poco più di un vignale), erano gestiti dall’ortolano Stefano Orlando, il quale innaffiava le colture attingendo l’acqua da una grossa vasca in pietra. Oltre all’orto, c’erano fichi e alberi da frutta».
«Nella sua testimonianza l’anziano afferma di ricordare in modo preciso l’ingresso del camminamento che andava verso Palazzo Marchesale, infatti riferisce che era realizzato in pietra, aveva la volta ad arco e c’era una grossa grata in ferro che ne sbarrava l’accesso».

Gli alberi presenti tra i due camminamenti sono gelsi piantati durante l’Amministrazione retta dal sindaco Domenico Maria Elefante.
All’epoca fu spianato l’antico muraglione e si iniziarono le operazioni di riempimento del dislivello (circa 5 metri), su cui oggi sorge la villetta di Largo Marchesale.
Da aggiungere che quella “depressione” fu utilizzata per almeno un decennio come “discarica cittadina”, in cui furono sversati rifiuti urbani di ogni tipologia.

Un sito archeologico ad un metro di profondità

«A metà degli anni ’90 – rivela de Carolis – anche a Turi arriva il gas metano. Ascoltando un nostro concittadino, all’epoca operaio dell’impresa che si occupò della metanizzazione dell’abitato, ho appreso che, durante le operazioni di scavo in Largo Marchesale, alla profondità di circa 1 metro, venne trovato il camminamento ispezionato da Tamborrino, con alla sommità uno sfiatatoio. Il rinvenimento del tutto imprevisto costrinse a modificare il tracciato della tubazione, poiché far passare la rete del gas sulla volta di un “tunnel” avrebbe comportato seri problemi di sicurezza».
«Si tratta – evidenzia – di un’indicazione fondamentale per localizzare il camminamento, che, spalle alla villetta, dovrebbe trovarsi pressappoco a un metro a sinistra rispetto ai pozzetti di ispezione del gas».

1944 – Il furto del formaggio

Continuando ad interrogare la memoria storica del nostro paese, de Carolis ha ascoltato il prof. Memmo de Carolis (classe 1934), il quale «ci fornisce l’ennesima testimonianza che nel 1944 il camminamento in questione era ancora praticabile. Siamo negli ultimi anni del secondo conflitto mondiale, con il fronte degli alleati che sbarca in Italia per liberare la penisola dal nazi-fascismo. Le truppe polacche e inglesi, giunte a Turi, si accampano all’interno del Palazzo Marchesale, stipando le derrate alimentari nelle ampie cantine. Due ragazzi turesi, mossi dalla fame, si infilano nel camminamento ed entrano furtivamente nel Palazzo per rubare un po’ di cibo. I due giovani vengono sorpresi, arrestati e condotti dai Carabinieri; in seguito, verranno graziati in considerazione dello stato di necessità che li aveva spinti all’avventata impresa».

Un secondo tunnel?

«In base alle dichiarazioni di Franco Cistulli – riporta de Carolis – fino agli anni ’60, sarebbe esistito un secondo camminamento sotterraneo, che sbucava nei pressi di Palazzo Franchini, dove oggi è posizionato lo spartitraffico. In quegli anni, Cistulli rammenta anche che lo spettacolo pirotecnico della Festa Patronale si organizzava proprio “abbàsce e’ frascenère”: le mule del carro di Sant’Oronzo venivano fatte fermare nel Largo Marchesale e i turesi godevano dei fuochi d’artificio assiepati dietro il muro».

Due porte murate nel Palazzo Franchini

Un’altra interessante intuizione di Stefano de Carolis riguarda il Palazzo Franchini, di proprietà della famiglia Volza-Violante. «A circa 8 metri sotto il piano di calpestio – annota – c’è un locale, adibito a cisterna con attigua neviera, ispezionato dallo stesso Pino Violante negli anni ’80. Ebbene, questa cisterna presenta due porte murate: una portava agli orti, l’altra verosimilmente si dirigeva verso il Palazzo Marchesale. È presumibile che queste porte fossero collegate con il secondo camminamento sotterraneo; una ipotesi, chiaramente, tutta da accertare».

Le torri normanne del Castello

«Come ben argomentato nel saggio dell’archeologo Donato Labate (“Archeologia dell’edilizia storica: il palazzo marchesale di Turi”, pubblicato nel 1999 sul secondo quaderno della raccolta “Sulletracce”), l’impianto più antico del Palazzo Marchesale è di origine normanna (XI-XII secolo), e con molta probabilità fu edificato a funzione di Castello da Tommaso da Frassineto, citato in una pergamena del 1189 come “primo signore di Turi”».

«Consultando la planimetria elaborata da Donato Labate – chiarisce de Carolis – si evince che il Castello era dotato di due torri, una nei pressi della porta urbica e l’altra allo spigolo nord (quello racchiuso tra Largo Marchesale e via Massari). Intrecciando le informazioni qui esposte, si potrebbe desumere che i camminamenti sotterranei fossero in corrispondenza delle torri; il che sarebbe giustificato dalla funzione “difensiva” di questi tunnel, ossia quella di strategiche vie di fuga in caso di assedio. I camminamenti interrati, che collegavano le torri e la parte esterna al Castello, erano utilizzati sia dai soldati, che potevano spostarsi senza farsi vedere dal nemico, sia dai cittadini, che avevano modo di rifugiarsi nel borgo e trincerarsi dietro le mura difensive».

Anni ‘20 – Palazzo Marchesale. Particolare dei terrenti coltivati ad orto e frutteto
ph Franco Giannini, “Turi. Le immagini e la memoria 1890-1960”

L’operazione di riempimento

«Buona parte delle tracce architettoniche e archeologiche del passato – riflette de Carolis – sono state devastate dalla cementificazione indiscriminata, ‘esplosa’ negli anni del boom economico. Questi camminamenti sotterranei hanno avuto miglior sorte, sebbene non siano stati del tutto immuni dall’avanzata del calcestruzzo. Infatti, agli esordi degli anni ’70, anche nella zona prospiciente il Palazzo Marchesale si è iniziato a costruire: venne fatta un’operazione preliminare di riempimento di tutto il dislivello – utilizzando rifiuti urbani, materiale inerte e di risulta – e successivamente fu realizzata l’attuale villetta con i venti alberi di pino. A seguire, sorsero i palazzi ed altre abitazioni. In questa discutibile operazione urbanistica, il tratto terminale dei camminamenti sotterranei venne chiaramente occluso e tombato».

«Dagli elaborati progettuali pare che la prevista opera di riqualificazione porterà a “spostare” la sede viaria in corrispondenza dell’attuale villetta, che viene di fatto cancellata. In virtù dell’operazione di riempimento cui accennavo – chiosa – mi chiedo se sia stato predisposto uno studio geologico atto a valutare la stabilità dell’area e la capacità di sopportare il flusso veicolare, che comprende anche mezzi pesanti».

Un patrimonio storico da scoprire e valorizzare

Nell’ottica di cristallizzare quanto ricostruito, Stefano de Carolis ha inviato una dettagliata segnalazione all’arch. Azzurra Sylos Labini, funzionario della Soprintendenza Archeologica, delle Belle Arti e del Paesaggio competente per Turi. «L’auspicio – conclude – è che i lavori di riqualificazione dell’area siano l’occasione per investigare e mettere in atto tutte le possibili misure di valorizzazione e tutela di questo straordinario patrimonio, tenendo a mente che l’intera area del Palazzo Marchesale è sottoposta a vincolo ministeriale “diretto” e “indiretto” (D.M. 13.01.1951), proprio in virtù del suo importante valore storico-archittettonico e archeologico.
Sarebbe importante che i camminamenti fossero individuati con precisione e resi fruibili a studiosi e visitatori, considerando questo mio contributo non già come un ostacolo, bensì un valore aggiunto al nostro patrimonio, un capitolo inesplorato della martoriata storia archeologica di Turi, che è tutta da scoprire…».

Anni ‘30 – Palazzo Marchesale. Veduta della facciata lato via Massari con l’antico muraglione
ph Archivio de Carolis

Un pensiero su “Il tesoro nascosto sotto l’antico Castello di Turi

  • Vi siete mai chiesti se questi cunicoli fossero semplicemente degli scarichi fognari?

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