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L’antico marciapiede e la fontanina saranno riqualificate

Una nuova segnalazione di Stefano de Carolis riaccende i riflettori sul progetto di riqualificazione di Largo Marchesale

Qualche giorno fa Stefano de Carolis ha portato alla pubblica attenzione altri due elementi cui prestare attenzione nell’ambito dei lavori di riqualificazione di Largo Marchesale: il basolato antistante il Palazzo Marchesale e un’antica cisterna, che si troverebbe nell’area prima occupata dall’orto della marchesa Husted (attuale ‘ex villetta’).

Il pavimento di basole

«Spero – annota de Carolis – non venga in mente di eliminare il pavimento di basole antiche, le nostre chianche, materiale lapideo cavato dal “serrone” e lavorato dai nostri maestri scalpellini. Un basolato stradale perfettamente integro, sopravvissuto a degrado e incuria, che fa da cornice alla maestosa facciata settecentesca».

«Voglio ricordare – aggiunge – che il pavimento risale a fine ‘800 (appalto pubblico), mentre la fontanina dell’Acquedotto Pugliese, con il suo gradevole pavimento e cordoli in pietra, risale agli inizi degli anni ’20».

«Quell’antico marciapiede – sottolinea – ha un valore aggiunto non solo dal punto di vista storico ma anche antropologico, in quanto quelle chianche, per quasi un secolo, sono state calpestate dall’arte dei maestri cordai (famiglia Conenna) e dai tanti giovani turesi che ci lavoravano».

«Da un recente confronto con i tecnici comunali –chiosa –mi è stato assicurato che il pavimento di basole sarà preservato e la fontanina con i suoi cordoli sarà oggetto di lavori di restauro, come già previsto dal progetto esecutivo. Auspico, infine, che nella scelta delle essenze che verranno piantumatesi tenga in considerazione l’inserimento di uno o più alberi di carrubo, uno degli elementi identificativi del nostro territorio».

Turi, 1950: il cordaio Conenna all’opera per la produzione di corde

L’antica cisterna

Il secondo elemento segnalato da Stefano de Carolis è l’antica cisterna, che si troverebbe nell’orto della marchesa Husted, condotto da Vito Stefano Orlando.

«Come mi ha raccontato l’amico Vito Lotito, già vicepresidente dell’Aeroporto di Toronto, negli anni ’60 era solito giocare con i suoi coetanei nell’orto, cui si accedeva scendendo 6 alti gradoni in pietra. Qui – riporta de Carolis – c’era una cisterna con accanto una grande vasca in pietra. A circa 15 metri dal manufatto sorgeva un maestoso albero di fico».

«Anche in questo caso – conclude – non posso che sperare che vengano fatte tutte le opportune valutazioni, considerando che in quel sito c’è vecchio materiale di risulta depositato per il livellamento dell’area».

Turi, fotografia aerea del 1943

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