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L’orologio di Sellaroli deve restare nel suo luogo originario

di Stefano de Carolis

Ho appreso con grande piacere la notizia dei lavori di restauro conservativo della Torre dell’Orologio e l’idea di realizzare un infopoint e uno spazio espositivo che racconti la storia della nostra Torre civica.

Non condivido, invece, l’ipotesi di spostare a piano terra l’antico orologio, fornito nel 1892 dalla ditta del Cav. Alfonso Sellaroli. Continuo ad essere convinto che la pregevole macchina debba restare nella sua collocazione originaria, per evitare che perda il suo valore artistico e monumentale. Tra l’altro, mi risulta che il raffinato meccanismo sia ancora marciante: dunque, dopo uno scrupoloso studio eseguito da tecnici competenti, potrebbe ritornare a scandire le ore.

Per comprendere appieno l’importanza dell’orologio installato nella Torre civica, mi permetto di aprire una breve parentesi storica.

La costruzione della Torre dell’Orologio

Dopo secoli trascorsi con le ore scandite dall’antica Torre del Sedile di Turi, nel 1890, non senza passare per varie consulenze e traversie, la Giunta comunale incarica l’architetto Sante Simone di progettare una nuova Torre dell’Orologio.

Il basamento della Torre, che sorgerà a fianco della Chiesa di San Giovanni Battista, viene realizzato dal muratore Pietrantonio Schettini, al costo di 1911 lire. Nel 1891, dietro compenso di 871,20 lire, lo stesso Schettini costruisce la cella che, l’anno dopo, ospiterà l’orologio, commissionato alla premiata ditta del Cav. Alfonso Sellaroli da Guardia Sanframondi (BN), al prezzo di circa 2.500 lire. Sempre nel 1892, l’opera monumentale viene terminata con le sapienti decorazioni scultoree della porzione sommitale della Torre (la corona da cui si slancia la banderuola con il vessillo di Turi e il fregio floreale), opera del mastro scalpellino turese Giuseppe Schettini.

L’interno della Torre dell’Orologio (sopralluogo aprile 2009)
Dettaglio del meccanismo dell’orologio di Sellaroli (sopralluogo aprile 2009)
Alfonso Sellaroli, maestro dell’orologeria monumentale

Alfonso Sellaroli è stato un raffinato artigiano e un abile costruttore di orologi da torre e meccanismi di precisione. Nasce nel 1855 a Guardia Sanframondi, un piccolo paese in provincia di Benevento, e, dopo un breve corso di studi presso l’Istituto Galileo di Firenze, nel 1875 apre un’officina per la costruzione di orologi monumentali da torre nel suo paese natio. Nel 1914, si trasferisce in un opificio più ampio, in via Capodimonte di Napoli, in quanto la sua ditta acquisisce una commessa di altimetri per aeroplani. Ad ogni modo, con suo figlio Alessio e suo fratello Filippo, Sellaroli continua ugualmente l’attività di costruttore di orologi, sperimentando applicazioni elettriche nel campo dell’orologeria, realizzando numerose macchine tuttora installate in Italia e all’estero.

Il Cav. Alfonso Sellaroli

I lavori del 2006

Nel 2006 si decise di sostituire il meccanismo a carica manuale con uno elettronico. Venne interpellata la ditta genovese “Trebino” e, in quella circostanza, fu eseguito un sopralluogo da tale sig. Salvatore Ricci da San Marco dei Cavuoti, grande esperto e collezionista di orologi da torre.

L’orologio fornito dalla ditta Sellaroli (sopralluogo aprile 2009)

Lo “scampato pericolo” del 2009

Tre anni dopo, nell’aprile del 2009, un amico oggi scomparso, Carmine Ventrella, mi comunicò preoccupato, che, in seguito ad un nuovo sopralluogo della ditta “Trebino”, si stava valutando la possibilità di sostituire completamente l’antico orologio con uno di nuova generazione. Immediatamente presi contatti con l’allora assessore alla cultura, il quale mi garantì che l’orologio della torre sarebbe rimasto al suo posto, di fianco al nuovo meccanismo elettronico installato tre anni prima. Tuttavia, ritenni opportuno sottolineare che qualunque intervento o progetto doveva necessariamente essere segnalato alla Soprintendenza competente per i necessari studi e valutazioni degli interventi stessi (nel rispetto del D.Lgs. n. 42/2004).

“Una macchina rara”

Fu quella la prima volta che ebbi modo di visitare l’antico orologio della torre. Una macchina rara per la presenza, tra l’altro, di tre quadranti, realizzati in vetro trasparente “secondo gli ultimi sistemi di Parigi, che sono più economici più eleganti e più solidi”, e delle due campane a calotta, inusuali per un orologio da torre, pagate 570 lire e molto probabilmente fabbricate da Isidoro Sommaruga.

Dettaglio delle ‘campane a calotta’

In quell’occasione, alla presenza dell’assessore e di altri amici, fu realizzato un breve filmato della macchina in movimento.
Nel 2016, grazie a quel video pubblicato su un blog, da Guardia Sanframondi vennero a Turi alcuni esperti e studiosi di orologi antichi, fini conoscitori dell’opera di Alfonso Sellaroli; presero contatti con l’Amministrazione in carica e con il sottoscritto, manifestando l’interesse ad approfondire la storia del nostro prezioso orologio.

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