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Mafia e politica, blitz della Polizia di Stato nel barese

Oltre mille poliziotti, nella giornata di ieri, 26 febbraio, sono stati impegnati a Bari e nell’area metropolitana per eseguire 137 misure cautelari nei confronti di persone appartenenti o collegate all’organizzazione mafiosa Parisi-Palermiti.

Estorsione, porto e detenzione di armi, spaccio di droga, turbata libertà degli incanti, estorsioni collegate a manifestazioni sportive e ingerenza elettorale, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Questi i capi di imputazione formalizzati nell’ordinanza del Gip del capoluogo pugliese, su richiesta della locale Direzione distrettuale Antimafia.

Nel corso dell’operazione, condotta dagli investigatori della Squadra mobile di Bari e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, sono state condotte in carcere 110 persone, 25 sono state sottoposte agli arresti domiciliari mentre, nei confronti di altri 2 indagati sono state applicate delle misure alternative alla detenzione.

Le indagini

Durante le indagini, durate oltre 8 anni, sono state documentate le attività dell’organizzazione mafiosa, come ad esempio le cerimonie di affiliazione, mutuate da quelle di stampo ‘ndranghetistico, le estorsioni consumate, le ingenti disponibilità di armi e le ingerenze dei criminali in diversi settori della vita sociale ed amministrativa del territorio, che hanno portato a pesanti interferenze nei confronti di alcune società sportive, tanto da alterare gli esiti di due incontri di calcio dei campionati di promozione e eccellenza.

Nelle perquisizioni effettuate dagli investigatori nel corso delle indagini sono state sequestrate 30 armi da fuoco, tra pistole e mitragliatrici, 3 silenziatori e oltre 700 cartucce, stupefacenti, somme di denaro con arresti in flagranza e, grazie alle attività di intercettazione e osservazione, è stato possibile sventare un progetto di omicidio.

Contestualmente ai provvedimenti cautelari personali sono stati eseguiti sequestri patrimoniali nei confronti di 16 persone indagate, per un valore di circa 20 milioni di euro, tra capitali, immobili, autovetture e beni di lusso.

“L’ingerenza della mafia sulla politica”

L’inchiesta ha accertato l’ingerenza delle consorterie di stampo mafioso in occasione delle elezioni amministrative del 26 maggio 2019 a Bari: grazie ai voti indirizzati dall’organizzazione criminale, era stato eletto un consigliere comunale a loro fedele.

Le infiltrazioni dell’associazione nei settori della vita amministrativa e politica della zona arrivavano fino ad avere rappresentanti in una società partecipata comunale (l’Amtab, da ieri commissariata), in una nota società automotive e, soprattutto il clan poteva inoltre fare affidamento su un ex consigliere regionale, l’avvocato Giacomo Olivieri (ex consigliere regionale) e sua moglie Maria Carmen Lorusso (attuale consigliera comunale di maggioranza di Bari), entrambi arrestati durante l’operazione.

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