Restauri in corso nella Chiesa Madre di Turi
Restauro conservativo della tela della “Madonna del Latte” e dell’altare della “Madonna di Terrarossa”. In programma altri importanti interventi
Nel cuore di Turi, la Chiesa Madre da secoli si fa scrigno di opere d’arte di pregevole fattura, autentiche testimonianze della devozione e della storia del territorio. Due di queste – la tela dei Santi Fabiano e Sebastiano (nota come “Madonna del Latte”) e l’altare della “Madonna di Terrarossa” – sono oggi protagoniste di importanti interventi di restauro, volti a restituire loro l’antico splendore originario e, soprattutto, a garantirne la conservazione per le generazioni future
Per approfondire l’iniziativa, abbiamo ascoltato don Luciano Rotolo, arciprete della Chiesa Madre, la restauratrice Rosanna Guglielmo e Stefano de Carolis.
Il restauro della “Madonna del Latte”…
«Lo scorso gennaio – racconta l’arciprete don Luciano Rotolo – sono stato contattato da Stefano De Carolis, il quale mi ha riferito di essere stato a sua volta contattato dalla dott.ssa Angela Alberotanza, presidente del Rotary Club Putignano Trulli e Grotte per l’anno rotariano 2018-2019. La dottoressa Alberotanza lo aveva informato che il club disponeva di una somma da destinare a un’opera benefica e gli aveva chiesto un suggerimento su quale causa sostenere.
In quell’occasione, De Carolis, che ringrazio per la sensibilità, ha proposto il restauro della tela “Madonna del Latte con i Santi Fabiano e Sebastiano”, custodita nella sacrestia della Chiesa Madre. Inutile dire che ho accolto con grande entusiasmo questa opportunità».
Stefano de Carolis, in proposito, aggiunge un ricordo personale: «Questa tela mi è particolarmente cara anche perché spesso me ne parlava don Vito Ingellis. Per quanto riguarda la sua antica collocazione, con molta probabilità, la pala d’altare si trovava all’interno dell’attuale Cappella di Sant’Oronzo, che già alla fine dell’Ottocento era indicata come Cappella di San Giuseppe, poiché custodiva un’antica tela del santo, purtroppo trafugata nel 1987 con altre tre dipinti. Le fotografie delle opere in questione sono state informatizzate nella banca dati “opere d’arte rubate” del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri».

… e quello dell’altare della “Madonna di Terrarossa”
«L’altare della Madonna di Terrarossa – spiega don Luciano Rotolo – era in serio pericolo a motivo dell’azione dei tarli e a motivo dell’usura del tempo. Inoltre, bisognava preservare e recuperare sia la statua lapidea della Madonna (attribuita al celebre Stefano da Putignano) che i quadretti raffiguranti i 15 misteri del Rosario. I lavori sono stati resi possibili grazie all’interessamento e alla sponsorizzazione della Willy Green Technology e all’associazione “Cultura&Armonia”».
Alla domanda su altri restauri urgenti, don Luciano annota che «la Matrice ha bisogno di molti interventi. A breve partiranno i lavori per il restauro dell’organo a canne (risalente al 1737 e realizzato dal famoso organaro Pietro De Simone) e i lavori per dotare la chiesa di un impianto antifurto: queste opere sono stare rese possibili grazie ai fondi dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica.
Poi avvieremo, sempre sponsorizzati dalla Willy Green Technology e da “Cultura&Armonia”, i lavori di restauro degli altari della SS.ma Trinità (anche questo con opera attribuita a Stefano da Putignano) e dell’Immacolata. Ma sono tanti gli interventi di restauro che la Matrice avrebbe bisogno di realizzare…».

Dietro le quinte: il delicato lavoro della restauratrice
A guidare i lavori di entrambe le opere qui citate è Rosanna Guglielmo, restauratrice con lunga esperienza professionale e profonda sensibilità per il patrimonio storico-artistico. La sua impresa si sta occupando con rigore scientifico e passione di questi delicati interventi, in sinergia con la Soprintendenza e grazie al sostegno fondamentale di enti privati come il “Rotary Club Putignano Trulli e Grotte” e l’associazione “Cultura&Armonia”.
Abbiamo intervistato la restauratrice, titolare dell’impresa “Rosanna Virginia Guglielmo restauro opere d’arte”, per conoscere più da vicino le sfide, le tecniche e le emozioni che accompagnano questo prezioso lavoro di cura dell’arte.
Quali sono le principali criticità che ha riscontrato nella tela della “Madonna del Latte” al momento della sua presa in carico?
«La tela dei Santi Fabiano e Sebastiano (noto come “Madonna del Latte”), il cui restauro è finanziato dal Rotary Club su indicazione di Stefano de Carolis, versa in pessimo stato di conservazione in quanto il dipinto è sostenuto da tavolato grezzo ed è privo di telaio. Questa situazione ha provocato deformazioni della tela di supporto, che non è correttamente sostenuta. Inoltre, nel tempo, il dipinto ha subito alterazioni della superficie pittorica dovute a sporco di natura grassa e fumi di candele, presenta poi una vernice estremamente lucida, apposta in un precedente restauro, che si è ossidata, rendendo poco leggibile l’opera stessa».


Quali tecniche e materiali utilizzerà nel restauro della tela, e quali accorgimenti adotta per rispettarne l’autenticità storica?
«Il progetto di restauro è stato redatto da me e inviato alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bari che ha autorizzato l’intervento. Tutti gli interventi da effettuare sono pensati e saranno attuati al fine di conservare l’opera nella sua autenticità. I materiali utilizzati rispettano il criterio di reversibilità (in modo da poter essere rimossi senza danneggiare l’originale) e di compatibilità con la materia originale».
Come procede il lavoro sull’altare della Madonna di Terrarossa?
«Il restauro della Madonna di Terrarossa (come è conosciuta a Turi) implica una serie di ricerche storiche e una preziosa sinergia tra restauratori e storici dell’arte, particolarmente interessati a questo gruppo scultoreo firmato da Stefano da Putignano. Al momento siamo impegnati nel recupero e nella conservazione della bellissima scultura: stiamo completando le fasi di pulitura, concordate con i funzionari della Soprintendenza dopo i saggi di pulitura e le indagini diagnostiche dei pigmenti utilizzati dallo scultore. Il restauro è stato interamente finanziato dall’Associazione “Cultura&Armonia”, molto impegnata nella promozione della cultura e nella salvaguardia del patrimonio artistico e culturale del territorio».




Come vive il suo ruolo di restauratrice in un territorio così ricco di storia e arte come il nostro?
«Il territorio di Turi, e, in generale, quello della diocesi di Conversano-Monopoli, è estremamente ricco e di grande valore culturale e artistico. Il restauro, con gli studi approfonditi necessari per eseguire il più correttamente possibile gli interventi di salvaguardia e conservazione, è sempre stata la mia passione. La porto avanti con tenacia, dedizione e aggiornamenti costanti, essendo una scienza in continua evoluzione. L’impresa di restauro Guglielmo Rosanna Virginia dispone di tecnici e restauratori formati e specializzati, essendo i lavori eseguiti in team».
Quanto è importante, secondo lei, il coinvolgimento di enti privati, come il Rotary Club o l’Aps “Cultura&Armonia”, nei progetti di tutela del patrimonio?
«È fondamentale e rappresenta un esempio di sensibilità e interesse verso la promozione e la divulgazione della cultura e del patrimonio artistico. Purtroppo, i fondi statali non sono sufficienti, quindi il supporto degli “enti privati è essenziale per portare avanti questi importanti interventi».