AttualitàNews

Statale 172, “Servono interventi trasversali”

La riflessione del Comandante Nicola Leone: “Ai necessari interventi strutturali va aggiunto il rispetto delle regole del Codice della Strada”

Dopo due incendi a distanza di pochi giorni, la Statale 172 – e in particolare il tratto che collega Turi a Casamassima – sembra essere ritornata al centro dell’agenda politico-amministrativa.

Sulla vicenda, che ad alterne riprese tiene banco fin dagli anni ’90, abbiamo raccolto le riflessioni del Comandante della Polizia Locale di Turi, il dott. Nicola Leone.

«È indubbio – esordisce il Comandante – che il tratto di strada della SS 172 Turi Casamassima risulti essere molto insidioso, soprattutto per la conformazione strutturale che esso presenta. Gli incidenti che si sono verificati, anche l’ultimo della scorsa settimana, confermano ancora una volta quello che già si è ribadito nel corso di questi anni. Servono interventi trasversali necessari per cercare di attenuare il trend di eventi sinistrosi. Con l’Amministrazione comunale stiamo cercando di individuare già da tempo possibili iniziative che possano in qualche mondo contrastare tale fenomeno».

Incidenti in lieve calo rispetto al 2022

«Il dato relativo ai sinistri stradali rilevati dalla Polizia Locale di Turi, mi riferisco al 2023, presenta segni positivi rispetto al 2022 in ordine soprattutto al numero di sinistri rilevati sulle Strade Provinciali e anche sulle Strade Statali (mi riferisco alla SS172).
Infatti – argomenta il dott. Leone – nel 2023 abbiamo avuto un calo, per quanto lieve, degli incidenti stradali sia sulle Strade Provinciali che comunali. Tutto ciò grazie anche all’attività di prevenzione che la Polizia Locale svolge in ordine al rispetto delle regole del Codice della Strada».

«Ricordo che molto spesso gli incidenti si verificano non solo per le conformazioni strutturali della strada, ma soprattutto per distrazioni da smartphone e tablet. Inoltre – evidenzia – una buona percentuale di lesioni che i conducenti subiscono sono dovute al mancato utilizzo delle cinture di sicurezza».

“Il nemico invisibile”

«Qualche anno fa – ricorda il dott. Leone – è stato introdotto il reato di omicidio stradale, che ha segnato un duro intervento che giustamente il nostro Legislatore ha voluto porre in essere per fermare tante stragi (perché di “stragi da strada” parliamo).

«Tuttavia – constata – il dato che oggi le statistiche nazionali ci presentano è devastante ed allo stesso tempo allarmante. Gli incidenti stradali sono aumentati a macchia d’olio. E questo a mio personale avviso, per colpa di quello che io chiamo un “nemico invisibile”, che induce i conducenti (specie i giovani) a sfidare la sorte nella piena convinzione di poter guidare l’auto magari parlando al telefono senza utilizzare il vivavoce oppure di poter guidare anche da brillo».

Il questionario anonimo al “Pertini”

«E sul fatto che i giovani sfidano la sorte – precisa il Comandante – ne ho contezza poiché, qualche settimana fa, di concerto con l’Amministrazione comunale e l’Istituto Superiore “Pertini” di Turi, abbiamo somministrato in forma anonima un questionario ai ragazzi delle classi IV e V».

«In particolare, abbiamo chiesto se fossero a conoscenza degli effetti che droga e alcol producono durante la guida o dei pericoli connessi all’utilizzo del cellulare senza vivavoce. Devo ammettere che più del 70% dei ragazzi conosce il rischio e questo è fondamentale perché vuol dire che c’è consapevolezza.

“Conoscono il rischio ma lo accettano”

«Agli stessi studenti – prosegue il Comandante Leone – abbiamo posto una domanda diciamo “ad effetto” e precisamente abbiamo chiesto loro “Se fossi in un locale distante dalla tua abitazione a circa 3 km, e ti sentissi brillo perchè hai trascorso una piacevolissima serata in compagnia dei tuoi amici, torneresti a casa:

A – Con la tua macchina perchè sei certo di potercela fare vista la breve distanza.

B – Chiameresti i tuoi genitori per farti venire a prendere.

C – Chiederesti a qualcuno dei tuoi amici astemio di riaccompagnarti a casa.

D – Non saprei cosa fare.

Con sommo dispiacere abbiamo riscontrato che il 22% dei ragazzi conosce il rischio ma lo accetta. Ed è questa la percentuale, a mio avviso, più importante su cui tutti gli attori coinvolti e preposti, compreso noi, devono lavorare per cercare di ridurre sensibilmente questo dato».

“Informazione, formazione e sensibilizzazione”

«Si possono fare tante leggi, convegni di studio ed è giusto che si facciano, ma una cosa occorre fare anche subito: scuotere le coscienze dei ragazzi con l’auspicio che quel 22% possa scendere il più possibile. E tutto ciò – conclude il dott. Leone – lo si può fare solo ed esclusivamente attraverso una sana e piena azione di informazione, formazione e sensibilizzazione in cui tutti gli attori preposti diano un forte contributo al raggiungimento di tale obiettivo».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *