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Tradizione, identità e saggezza delle mani

“Non cancelliamo l’arte dolciaria tramandata dalla monacacella”. Le riflessioni delle maestre dolciaie sul valore del marchio collettivo “Faldacchea di Turi”

Proseguiamo il nostro approfondimento sull’importanza di non svuotare di significato il marchio collettivo “Faldacchea di Turi” proponendovi le riflessioni di alcune delle maestre dolciaie che, un anno fa, hanno fatto richiesta d’uso del brand.

Prima di cedere la parola alle epigone della “monacacella”, ricordiamo le parole del dott. Aldo Patruno, direttore del Dipartimento Cultura e Turismo della Regione Puglia, che ci aiutano ad inquadrare il giusto contesto della discussione.
La Faldacchea di Turi è “un’espressione dolciaria che è patrimonio culturale e turistico”. Un “emblema dell’eccellenza pugliese” in cui, nel rispetto della tradizione, si fondono “una fortissima identità e una fortissima autenticità”.
Nella Faldacchea “si sintetizzano cultura e turismo; e in questa saggezza delle mani – perché è artigianato puro, artistico – c’è il successo che la Puglia riscuote in Italia e nel mondo”.

Il marchio collettivo, dunque, si propone di tutelare un prodotto identitario della nostra tradizione dolciaria. E questa tutela passa da regole chiare e condivise che devono essere rispettate da chiunque voglia cimentarsi nella sfida di tramandare e promuovere la Faldacchea di Turi. Non c’è alcuna pretesa velleitaria di sfidare le logiche della globalizzazione o della competizione liberale, chiudendosi in uno sterile campanilismo.

Non da ultimo, bisogna considerare che le singole attività produttive hanno già sostenuto notevoli spese per la realizzazione del materiale promozionale del marchio collettivo, tra cui dépliant, packaging e gadget. Un investimento giustificato da due autorizzazioni provvisorie rilasciate dall’ex sindaco Tina Resta. La prima, datata ottobre 2023, era funzionale alla partecipazione al Salone internazionale “Promessi Sposi”; la seconda autorizzazione, firmata a dicembre 2023, ha validità fino al rilascio della concessione d’uso definitiva.

Marilena Catucci (Cristalli di Zucchero)

«Dopo 3 anni di duro lavoro collettivo, di investimenti, di sogni e di progetti, l’hanno scorso è arrivato il marchio, tanto atteso. Un traguardo che ha raccolto il nostro lavoro e la devozione al nostro paese in un’immagine. L’immagine che le maestre dolciarie, con impegno e caparbietà, porteranno avanti per promuovere Turi, che vanta uno dei pochi marchi della Puglia.
Proprio grazie al marchio collettivo, possiamo tutelare e valorizzare un’eccellenza unica della tradizione, garantendo di pari passo l’impiego di materie prime di qualità e altissimi standard produttivi artigianali. Ecco perché è importante che questo progetto venga portato a termine e coltivato con orgoglio da tutta la comunità turese».

Luciana Cistulli (Luciana i dolci)

«È lampante e indiscutibile l’impegno profuso dalla nostra associazione, costituitasi tre anni fa grazie all’incessante lavoro del presidente Stefano De Carolis e di noi dolciarie turesi, sulla cui autenticità non si deve dubitare.
Le iniziative locali, nazionali ed europee attestano il desiderio di far conoscere la Faldacchea come prodotto tipico della tradizione turese; il marchio conferma e rafforza la volontà di difendere l’autenticità del nostro dolce tipico, favorendo la commercializzazione di un prodotto che nasce turese e non va confuso con pseudo dolci di mandorla che tentano in ogni dove e in ogni modo di imitarci. Ancora oggi non sappiamo quando verrà rilasciata la concessione d’uso del marchio, nonostante ne abbiamo fatto richiesta già con la precedente Amministrazione. Adesso la domanda è una sola: per quanto altro tempo dovremo aspettare?».

Angela Iacovazzi (Bar Iacovazzi)

«A circa un anno dalla registrazione e dalla richiesta di concessione d’uso del marchio collettivo “La Faldacchea”, ci chiediamo il motivo per cui tutto si sia bloccato. Riteniamo che portare a termine quanto prima il percorso già avviato sia una legittima richiesta da parte delle maestre dolciaie, le quali desiderano tutelare il lavoro fin qui svolto e valorizzare il dolce tipico di Turi».

Marisa Mastronardi (Bar Ragno)

«L’Associazione che unisce le maestre dolciaie è nata con gli obiettivi di rendere la Faldacchea riconoscibile ovunque come dolce tipico di Turi, tutelare la ricetta originaria e salvaguardare il lavoro delle maestre dolciaie, che da decenni si impegnano per tramandare la tradizione del “dolce della sposa”.
Questi obiettivi si sono tradotti nella registrazione del marchio collettivo “Faldacchea di Turi”, che offre importanti possibilità di valorizzazione del nostro territorio. Ci auguriamo che la nuova Amministrazione adotti quanto prima il regolamento per la concessione d’uso del brand, così da consentirci di difendere l’unicità della Faldacchea e pianificare concordemente una strategia di promozione».

Mina Susca (Antica Caffetteria)

Ci aspettiamo che venga portata a termine l’iniziativa del marchio collettivo, intrapresa con tanta fatica anche grazie al nostro presidente Stefano de Carolis.
Non sarebbe giusto buttare al vento un anno di lavoro, durante il quale ciascuna maestra dolciaia, con grande sacrificio, ha fatto di tutto per valorizzare la storia e la ricetta secolare della Faldacchea di Turi, impegnandosi anche in trasferte, come quelle in Lussemburgo e a Sanremo. Per non parlare della grande opportunità di visibilità che il nostro dolce ha avuto durante l’ultimo G7.
Purtroppo, come spesso capita, quando si crea qualcosa di positivo per la crescita del paese, si tende a distruggere tutto immediatamente. Non si ha la lungimiranza di pensare ad un percorso continuativo, che vada oltre la durata del mandato delle singole Amministrazioni.

Sorelle Verna (Dolciaria Aurelia)

«Tre anni fa nel nostro paese, con altre maestre dolciaie, abbiamo costituito un’associazione culturale denominata “La Faldacchea di Turi”. Oltre ai cultori del dolce, il sodalizio è costituito dalle maestranze locali, colleghe dolciaie che da generazioni producono la Faldacchea ed altri dolci di mandorla.
Nel 2021, grazie al nostro presidente e alla ricerca di importanti documenti antichi, è stata riscritta la storia della Faldacchea di Turi.
Dopo due anni di impegno e di investimenti economici il nome “Faldacchea di Turi” con la sua ricetta ed il disciplinare di produzione è stato protetto attraverso un marchio collettivo, registrato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il fine era e continua ad essere promuovere e tutelare un simbolo identitario di Turi.
Da circa un anno la nostra azienda, fondata da nostra madre Aurelia, ha presentato al Comune la sospirata richiesta di rilascio della concessione del marchio. Ad oggi, nessuno, dico nessuno, degli amministratori comunali ci ha comunicato come e quando intendano finalizzare l’iter dell’importante brand».

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