Il “Primativo di Turi” illumina la seconda serata de “Il Libro Possibile”
La presentazione del saggio di Stefano de Carolis è stata l’occasione per omaggiare la memoria del compianto Senatore Antonio Coppi
L’ultima fatica letteraria di Stefano de Carolis, il saggio “Primativo di Turi – Piccolo Blu di Puglia” (edizioni Carta Bianca), ha illuminato la seconda serata del Festival “Il Libro Possibile”.
Per l’occasione Piazza dell’Orologio si è trasformata in un raccolto palcoscenico che ha tributato il proprio sentito omaggio alla memoria del Senatore Antonio Coppi, venuto improvvisamente a mancare lo scorso 5 luglio, pochi giorni dopo aver ospitato presso la sua Cantina la prima presentazione del volume di de Carolis.
L’incontro, moderato dalla dott.ssa Crisiana Papazissis, si è aperto con l’inatteso e toccante intervento di Don Gaetano Luca Amore, parroco della Chiesa Madre di Polignano. Padre spirituale della famiglia Coppi, don Gaetano ha commosso i presenti esternando l’intima amicizia che da anni lo legava ad Antonio Coppi, ricordato dal figlio, Doni Coppi, come «il Senatore-enologo che ha contribuito a fare la storia del Primitivo di Puglia e della Doc Gioia del Colle in particolare».

L’abile conduzione della dott.ssa Cristiana Papazissis, Direttore regionale CNA Unione Agrofood e presidente LikeApulia, ha consentito al pubblico di calarsi tra le pagine del saggio di de Carolis, elogiato per la rara completezza con cui narra l’origine e l’affermazione del “Primativo di Turi”. Accanto al valore storiografico espresso nella coinvolgente ricostruzione del “miracolo imprenditoriale” dei “pionieri” del nettare turese – ha sottolineato Papazissis – il libro acquisisce una lungimirante rilevanza anche dal punto di vista scientifico, in virtù del contributo dei ricercatori del CREA-VE di Turi, e dal punto di vista storico-archivistico, con una nutrita appendice dedicata a documenti inediti, stralci del catasto onciario comunale redatto a metà Settecento, pubblicazioni ottocentesche e un ricco repertorio di fotografie d’epoca.
Stefano de Carolis, invece, ha voluto porre l’accento sull’indiscussa qualità dei vini turesi: «Ben lungi dall’essere esclusivamente “vini da taglio”, già alla fine dell’Ottocento il nettare turese conquista gli elogi delle indiscusse autorità del mondo enologico italiano, tra cui Carpenè, Ottavi e Cerletti». L’autore si è poi soffermato sulla tradizione millenaria del “culto del vino” nel nostro territorio, rammentando «la scoperta archeologica – risalente al 1932 – di uno straordinario cratere attico, riferibile al VI sec. a.C., completamente dipinto e riccamente decorato con figure e scene della mitologia greca. Il contenitore, sicuramente in uso ad una famiglia della aristocrazia locale, veniva usato durante i banchetti per la mescita del vino».

A degna conclusione della serata è arrivato l’intervento del Senatore Dario Stefàno, già assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia. Oltre ad omaggiare Antonio Coppi, Stefàno ha rimarcato la necessità di tutelare e valorizzare i vini autoctoni pugliesi, etichette di pregio che, in primis grazie all’impegno dei produttori, sono la colonna portante dell’enoturismo pugliese.

