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La minoranza abbandona il Consiglio in segno di protesta

Il capogruppo Tina Resta: “Il sindaco De Tomaso ha ostacolato arbitrariamente gli interventi della minoranza”

Nel Consiglio comunale celebrato ieri, 22 luglio, giunti all’ultimo punto all’ordine del giorno, l’opposizione ha deciso di abbandonare l’aula in segno di protesta.

A spiegarci le ragioni della netta presa di posizione è il capogruppo di minoranza Tina Resta, che inizia la ricostruzione dei fatti dal 15 luglio, giorno in cui viene convocata la prima Commissione consiliare per discutere il merito dell’Assestamento di Bilancio.

Lo “strappo istituzionale” in Commissione

«La documentazione relativa al Bilancio è arrivata due ore prima della seduta della Commissione e senza il parere del Revisore dei Conti. Consapevoli che sono disguidi che possono accadere – dichiara la consigliera Resta – abbiamo proposto di aggiornare la discussione al 17-18 luglio, in modo da darci il tempo strettamente necessario per esaminare gli atti. Tuttavia non si è giunti ad un accordo e i consiglieri Stefano Dell’Aera e Mimmo Leogrande hanno abbandonato i lavori della Commissione».

Lo “sfacciato atto di censura” in Consiglio comunale

A questo primo “strappo istituzionale” ne sarebbe seguito un secondo: «Durante il Consiglio comunale – spiega il capogruppo Resta – il sindaco Giuseppe De Tomaso ha più volte cercato di ostacolare arbitrariamente gli interventi della minoranza.
Prima si è opposto alla nostra richiesta di chiarire le ragioni per cui si era deciso di ritirare due punti all’ordine del giorno (ossia l’approvazione del regolamento per la disciplina delle riprese audiovisive delle sedute del Consiglio comunale e quella del regolamento d’uso del marchio collettivo la “Faldacchea di Turi”).
Poi, giunti all’Assestamento generale di Bilancio, il primo cittadino ha rifiutato di dare lettura del verbale della Commissione del 15 luglio, utile a chiarire la nostra posizione. Quando abbiamo chiesto la motivazione, si è limitato a rispondere “perché non voglio”».

«Dopo questo ulteriore sfacciato atto di censura – stigmatizza Resta – abbiamo deciso di abbandonare l’aula in segno di protesta».

“Si vorrebbe ridurre al silenzio la minoranza”

«Da chi si qualifica come strenuo difensore della democrazia e della libertà – rileva il capogruppo di minoranza – non ci aspettavamo un comportamento così autocratico, in palese spregio degli elementari principi di correttezza e trasparenza dell’azione amministrativa».

«Avevamo auspicato una distensione dei rapporti per instaurare con la maggioranza un confronto proficuo. All’indomani dell’ultima assise – annota – dobbiamo concludere che, oltre a non esserci alcuna intenzione di amministrare in un clima di reciproco rispetto, si vorrebbe ridurre al silenzio la minoranza».

«Ora – conclude Tina Resta – valuteremo le azioni da intraprendere per tutelare il nostro diritto a svolgere il mandato di controllo e indirizzo che, piaccia o meno al sindaco, abbiamo ricevuto da metà della popolazione turese».

Per correttezza e dovere di cronaca, anticipiamo che, nei prossimi giorni, riporteremo la sintesi dell’intera discussione consiliare, dando pari spazio agli interventi del sindaco e della maggioranza.

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