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Un appello per prevenire la distruzione di memorie storiche

Salviamo dalla distruzione per incuria le testimonianze dei morti per l’epidemia “spagnola”

Da tempo stiamo raccogliendo, al fine di prevenirne la distruzione per vetustà ed incuria, testimonianze di lapidi che ricordano l’epidemia “spagnola” dell’inizio del Novecento. Il fine? Non smarrire la memoria di un evento tragico per l’umanità, peraltro nettamente connesso con il massacro (la inutile strage come la definì il Papa dell’epoca) della Prima guerra mondiale; una ricerca per rendere omaggio ai morti e per auspicare una pace immediata e duratura nel mondo.

Sulla “spagnola” è stato detto, scritto e ricercato molto, sia in campo storico che in campo scientifico, a partire dalla magistrale ricostruzione di Giorgio Cosmacini; una ricostruzione che, peraltro, delinea i criteri a cui facciamo riferimento in questa nostra ricerca, estesa a livello nazionale, delle testimonianze storiche superstiti. Al momento abbiamo individuato lapidi sia al sud che al nord Italia, dalla Puglia alla Emilia-Romagna, dal comune di Turi al comune di Monterenzio…

Molte di queste lapidi oggi sono in condizioni quasi perfette; molte altre sono fessurate o rotte o poco leggibili (letteralmente sporche per presenza di polveri e incrostazioni) e necessitano di pulizia e di restauro conservativo; non ci pare accettabile che vengano ulteriormente deteriorate da incuria e vetustà.

Dunque, LANCIAMO UNA CAMPAGNA NAZIONALE (PER ORA) PER IL CENSIMENTO.

Alcune indicazioni per chi aderisce:

  • Se ne possono trovare ovunque, ma più facile ovviamente in cimiteri antichi e periferici dove forse ci sono quelle più “disobbedienti” rispetto alla censura imposta dal governo in carica in quella fase storica.
  • L’identificazione, almeno in termini di alta probabilità, sono: il sesso (più spesso femminile), la età giovanile, il periodo (fine del 1918 fino al 1920), la quasi assenza di scritte di cordoglio e di dolore (le manifestazioni di questo genere erano appunto vietate dal governo “liberale” di Emanuele Orlando).

In concreto, la proposta è osservare, cercare e segnalare, utilizzando gli indirizzi mail vitototire@gmail.com o vitototire@pec.it. Un comitato tecnico valuterà il materiale inviato esprimendo un parere sulla inclusione nella anagrafe nazionale delle lapidi e comunicandolo a chi ha segnalato.

L’anagrafe sarà periodicamente aggiornata includendo: foto, dati essenziali, nome di chi ha segnalato (previo consenso); ipotizzabile la pubblicazione di un report on line entro un anno. Ogni altra segnalazione di interesse storico sarà ben accetta e, strada facendo, si potranno eventualmente individuare altri filoni di ricerca (che in parte abbiamo già in mente).

Vito Totire

RETE EUROPEA PER LA ECOLOGIA SOCIALE

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