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“Perché non si vuole tutelare la nostra Faldacchea?”

Il consigliere Mimmo Leogrande interviene sull’ipotesi di “depotenziare” le tutele previste nel regolamento d’uso del marchio collettivo “Faldacchea di Turi”

Come vi abbiamo raccontato, l’Amministrazione De Tomaso sembrerebbe intenzionata a modificare profondamente il regolamento d’uso del marchio collettivo “La Faldacchea di Turi”, mettendone in discussione l’obiettivo prioritario di tutelare l’unicità del dolce icona della nostra comunità.

Partendo da questo eventuale scenario, abbiamo raccolto il punto di vista del consigliere di minoranza Mimmo Leogrande, Professore di Economia e Statistica presso l’Università degli Studi di Bari.

«Sono allibito di fronte a tale ipotesi. È stato fatto un lavoro da persone, come Stefano de Carolis e le maestre dolciaie turesi, a dir poco straordinario. Un risultato raggiunto che dà prestigio ad un nostro prodotto tipico e, di conseguenza, all’intera comunità turese. Diverse forze politiche di ogni colore politico hanno riconosciuto in varie circostanze il valore di tale iniziativa. E allora qual è il motivo di tale eventuale ripensamento?

lo credo che si tratti di un equivoco in quanto mi era parso di capire che da parte dell’attuale Amministrazione ci fosse la volontà a concludere questo percorso. Pochi giorni fa è stata presentata una proposta di Regolamento d’uso del marchio collettivo per l’approvazione dal Consiglio comunale. Proposta fatta dal sindaco che è stata ritirata perché nella lettura del Regolamento erano state riscontrate delle imperfezioni che la maggioranza voleva chiarire. Invece, alla luce di questa ipotesi di rinuncia alla tutela all’unicità del nostro dolce, le motivazioni sembrano ben altre. E quali? Perché non si vuole tutelare la nostra Faldacchea? Perché si vuole interrompere un percorso quasi concluso, dopo un lavoro importante fatto da persone che noi dovremmo soltanto ringraziare e, come amministratori, sostenere e incoraggiare?».

Professore, sotto il profilo economico, il marchio collettivo rappresenta un limite o un valore aggiunto al potenziale sviluppo della Faldacchea?

«È pacifico che il marchio collettivo, rispetto al marchio individuale che è un indicatore di origine e di proprietà individuale, rappresenta una grande valore non soltanto economico ma anche culturale. È uno strumento strategico di marketing non soltanto del prodotto stesso ma anche del territorio: rappresenta una garanzia degli standard qualitativi del prodotto per il consumatore, ma potrebbe diventare anche il volano del territorio turese e degli altri prodotti tipici. 
Mettere insieme in un progetto diverse maestre dolciaie su una risorsa creata dai nostri antenati è un grande risultato e rappresenta una grande maturità verso una prospettiva di sviluppo di un settore che potrebbe diventare interessante per l’economia della comunità turese, se opportunamente sostenuto dagli amministratori tutti e dalle forze politiche e sociali turesi. Dovremmo tutti fare quadrato intorno a questo progetto.
Perché si vuole cambiare questa prospettiva? Il sindaco, se davvero ha intenzione di modificare questo percorso, ce lo deve dire. Speriamo che rimanga una ipotesi».

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