La secolare coltivazione delle mandorle in Puglia: tra eccellenza e sfide climatiche
La coltivazione delle mandorle in Puglia è una tradizione che racconta oltre duemila anni di storia, affondando le radici in epoche antiche. Un esempio emblematico sono le mandorle con il guscio morbido, note come “mollesche” e coltivate ancora oggi. Questa varietà, un tempo, era chiamata “tarantina”, poiché veniva consumata durante opulenti e raffinati banchetti nella Tarentum della Magna Grecia.
Oggi, la tradizione continua in tutta la nostra regione – e soprattutto nella provincia di Bari – con migliaia di ettari dedicati alla coltivazione delle mandorle pugliesi, conosciute e apprezzate in tutto il mondo per la loro qualità eccellente.
L’importanza delle mandorle pugliesi nell’arte dolciaria
Oltre a essere consumate come frutto secco, le mandorle sono state utilizzato per secoli da speziali di medicina e nella farmacopea per la produzione di oli, profumi e unguenti. Tuttavia, il loro ruolo più celebrato è forse quello nella pasticceria e confetteria, dove rappresentano un ingrediente prezioso e insostituibile.
Nel Comune di Turi, grazie alla presenza di conventi e monasteri, da secoli si è consolidata l’antica tradizione della produzione di dolci di mandorla, con ben 16 varietà differenti. Arte e tradizione tramandate di madre in figlia dalle maestre dolciaie turesi.
La regina indiscussa dei nostri dolci di mandorla è la Faldacchea di Turi, che ha ottenuto dal Ministero il riconoscimento PAT (prodotto agroalimentare tradizionale). Il bianco dolce di Turi, chiamato “dolce della sposa”, è diventato un brand di Puglia.
La Faldacchea di Turi viene preparata con pasta di mandorle cotta con tuorli d’uova e spezie, farcito con amarena ed un pezzettino di Pan di Spagna bagnato con liquore alchermes, il tutto glassato con zucchero naspro o cioccolato bianco.
La siccità dimezza la produzione di mandorle…
Secondo i dati ufficiali della Coldiretti Puglia, nel 2023 la regione ha coltivato circa 19.000 ettari di mandorleti, producendo 250.000 quintali di mandorle di alta qualità. Tuttavia, la forte siccità che ha colpito la regione quest’anno ha drasticamente ridotto la produzione, con una stima di diminuzione del 50-60%. Anche l’agro di Turi, con i suoi circa 150 ettari di mandorleti, subirà un calo significativo. Se nelle annate migliori il Comune riesce a produrre circa 30 quintali per ettaro, quest’anno la produzione complessiva potrebbe non superare i 2.500 quintali.
…a rischio anche i nostri dolci tradizionali
In seguito alla registrazione del disciplinare di produzione, le maestre dolciaie di Turi sono tenute a realizzare la Faldacchea utilizzando esclusivamente mandorle prodotte in Terra di Bari, ossia la cosiddetta “massa Bari”, una miscela di mandorle che comprende le varietà: “Tuono”, “Mosetta”, “Filippo Cea”, “Genco”, “Caputo”.
Si comprende, quindi, come la crisi del raccolto prevista potrebbe avere serie ripercussioni sulla produzione di una delle eccellenze dolciarie pugliesi».
Questi dati preoccupanti richiamano l’attenzione sull’importanza strategica della mandorla per la produzione dolciaria pugliese e sull’urgenza di adottare misure concrete per affrontare le sfide climatiche. La salvaguardia di questa antica tradizione, infatti, è cruciale non solo per l’economia locale ma anche per preservare un patrimonio culturale che ha radici profonde nella storia della regione.
Stefano de Carolis
Presidente Ass. Culturale “La Faldacchea di Turi” storia tradizioni e territorio