Tassa Rifiuti, arriva la rettifica
In Consiglio si riaprirà la discussione sugli errati conteggi TARI
Nel Consiglio comunale di oggi pomeriggio, 30 settembre, si ritornerà a discutere della Tassa Rifiuti (TARI), portando all’attenzione dell’assise la proposta di rettifica dell’allegato 3 della delibera di Consiglio comunale approvata lo scorso 19 luglio, che ha definito le tariffe Tari da applicare per l’anno 2024.
Su questo delicato aspetto proviamo a fare chiarezza ripercorrendo due passaggi chiave.
L’emendamento del 19 luglio
Il primo passaggio da ricordare è il Consiglio comunale del 19 luglio, durante il quale viene votato all’unanimità un emendamento che corregge un refuso nel corpo della proposta della delibera inerente l’aggiornamento delle tariffe TARI, ossia l’inversione delle cifre relative ai costi fissi e variabili del servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti urbani.
«Le cifre riportate accanto alle parole “costi fissi” e “costi variabili” devono intendersi invertite. Vale a dire: “costi fissi”, si deve intendere un importo pari ad euro 879.074; e “costi variabili”, un importo pari ad euro 1.603.324» – dichiara in aula il consigliere Sergio Spinelli, in qualità di presidente della Commissione consiliare che ha rilevato quel refuso.
6 settembre – Le obiezioni della minoranza
Il secondo passaggio chiave è il Consiglio comunale del 6 settembre. A più riprese, la minoranza fa notare che il refuso continua ad essere presente nell’allegato 3, che riporta i dati sulla base dei quali la società esterna ha elaborato le cartelle TARI.
In particolare, il consigliere Domenico Leogrande evidenzia come nello sviluppo dei conteggi «la parte variabile e la parte fissa sono state invertite», come del resto è facilmente desumibile «guardando il PEF (piano economico finanziario) validato da Ager».
Il Sindaco ammette l’errore…
In risposta alle sollecitazioni dei consiglieri Leogrande e Dell’Aera, il sindaco Giuseppe De Tomaso ammette l’errore: «Credo – precisa il primo cittadino – che ci sia stato sicuramente un errore, che non è addebitabile all’Amministrazione, non è addebitabile al Capoufficio ma èaddebitabile, probabilmente, all’impresa di gestione che ha invertito quello che il professore Leogrande ha indicato».
… ma per l’assessore De Grisantis è tutto in ordine
Di parere opposto l’assessore al Bilancio Nicola De Grisantis, il quale afferma perentoriamente che «il cosiddetto errore che dice il consigliere Leogrande non esiste», citando a sostegno della propria tesi la delibera di Consiglio comunale n. 21 del 29 aprile 2024, predisposta dalla precedente Amministrazione, in cui si certificano gli stessi (errati) dati (costi fissi 1.693.284,93 euro; costi variabili 816.823,59 euro).
In proposito, tuttavia, occorre ricordare che quella delibera non è mai stata votata in Consiglio, giacché la Giunta Resta fu costretta a rinviare l’adozione del provvedimento in attesa della validazione del PEF da parte di Ager. In secondo luogo, l’atto richiamato dall’assessore De Grisantis non fa testo, poiché “l’inversione di cifre” era stata già superata con l’emendamento votato durante il Consiglio del 19 luglio.
“Chi ha sbagliato deve pagare”
In conclusione, assodato che l’errore c’è, resta da comprendere dove si sia inceppato l’ingranaggio o, mutuando le istanze del consigliere Leogrande, occorre che «chi ha sbagliato paghi. Ci sono delle responsabilità del caposettore e delle responsabilità politiche. L’assessore non può non essere il responsabile politico di questa situazione».